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Il Progetto nasce dall’idea di Giuseppe Troccoli (“Peppone”, per gli amici), cinquantenne di Camerota, legato in modo particolare alle sue origini ed alle tradizioni della sua amata terra.

Sin da ragazzo ha condiviso i lavori dell’ormai scomparso padre Felice (pescatore per passione) aiutandolo nei mestieri della pesca, apprendendone i segreti e facendo suoi i rituali utilizzati nelle varie battute di pesca.

Le necessità economiche del tempo imponevano che i pesci prelibati (cernie, dentici, orate, aragoste, saraghi, scorfani ecc.) fossero venduti alle famiglie benestanti, mentre il  pesce povero (alici, sarde, cefali, aringhe, tonni, occhiate ecc.), un tempo abbondante, rimaneva a disposizione della famiglia per l’alimentazione.

La sensazione della salsedine sulla pelle, l’odore delle reti appena issate a bordo, il profumo dei pesci appena pescati e i loro colori cangianti, le emozioni delle abboccate, così come i preparativi di pesca e la condivisione delle prede con amici e familiari, sono sensazioni indelebili.

Gli esempi di una vita umile, difficile ma armoniosa, gli hanno innestato sin dalla tenera età la consapevolezza dei sacrifici da affrontare nel percorso di vita ma, nel contempo, gli hanno dato la coscienza di poter assaporare le piacevoli emozioni dalle cose povere e sofferte.

Il ricordo più ricorrente è quello di veder partire di buon mattino, all’indomani di una pescata abbondante, la propria bisnonna  diretta verso i paesi vicini ( 10 – 15 Km da percorrere a piedi su viottoli di collina) scalza, con la “spasella” (cesta) piena di pesce  sulla testa  e le mani appoggiate sui fianchi per bilanciarne il peso, e ritornare a casa in tarda serata con la cesta piena di prodotti agricoli, frutto di un baratto con i contadini dell’interno, che rappresentavano un’alternativa per il pasto quotidiano.

Grazie all’abbondanza di pesce nei periodi propizi, era necessario conoscere le tecniche di conservazione per ciascuna specie, affinchè se ne potesse garantire la disponibilità in momenti dell’anno meno favorevoli.

Le tecniche di salatura, affumicazione, bollitura e di conservazione sottolio, gli  erano state tramandate dalla sapienza dei suoi nonni, anch’essi dediti a trarre dal mare il proprio sostentamento.

A Marina di Camerota era questa la cornice di vita che accomunava quasi tutti gli abitanti del posto, fino quasi agli anni settanta; ma le nuove generazioni hanno “cambiato rotta”, per usare un termine marinaro.

Con l’avvento del turismo, la popolazione ha dirottato altrove le proprie attenzioni e fatiche, rivolgendosi a questo nuovo filone economico, sicuramente più proficuo e meno faticoso, snaturando però, col tempo, le radici di autentico borgo marinaro di Marina di Camerota, rendendola simile ad altre località costiere interessate dal fenomeno del turismo di massa.

Ma, per chi ha ereditato la passione del mare, per chi si porta dentro le dolci fatiche dei “mestieri” (attrezzature usate per la pesca), gli odori forti del pescato, le facce solcate dal vento e le espressioni profonde dei pescatori,  le loro conoscenze meteorologiche, i loro racconti delle vecchie pescate intrisi di fantasia, le loro gesta quotidiane, è sicuramente motivo di dispiacere veder svanire questi modi di vita umile,  che hanno rappresentato un modello di vita armoniosa, ricca di opportunità di aggregazione sociale e di semplicità di interrelazione.

Sentimenti così forti,  impressi nell’animo  di chi li conserva con gelosia e amore, sono pronti ad essere protagonisti, in un  piccolo angolo del paese, di un progetto gastronomico-culturale, che tende a ridare spazio e visibilità al recupero di quei valori e quelle tradizioni, attraverso l’allestimento di una caratteristica taverna marinara, in cui il visitatore del nostro territorio potrà rivivere e gustare profumi e sapori che hanno segnato la vita dei pescatori cilentani, accompagnato in un percorso ancora attuale di vita quotidiana, in cui vengono illustrati i metodi di pesca e le ricette marinare, in un contorno architettonico che intende immergere l’ospite in atmosfere antiche, anche attraverso la riscoperta di parole, detti, esclamazioni, gesta e abbigliamento tipico del tempo.

La scelta del locale non è stata causale, si è andati alla ricerca di un vicolo tradizionale di pescatori, dove ancora oggi è possibile intravedere i “mestieri” tipici della pesca depositati davanti alle abitazioni e pronte per l’opportuno utilizzo, intravedere i pescatori riparare con gesti fermi e sapienti le attrezzature devastate dell’impetuosità del mare, sentendo l’odore che emanano le reti ancora bagnate.

Nella scelta del locale in cui avviare l’iniziativa si è andati alla ricerca di una struttura suggestiva, situata nei vicoli intorno alla piazza principale del paese, con caratteristiche architettoniche particolari, quali muri in pietra e travi a vista, tipico ambiente di case di marinai, dove risulterà ancor più caratteristico riprodurre gesti di vita quotidiana di un tempo ormai passato.

Ad affiancare l’ideatore del progetto sarà un suo caro amico e compagno di avventure di pesca, Enrico Di Lauro, nativo del posto e trasferitosi in città per motivi di studio e lavoro.

Guida escursionistica e socio fondatore dell’Associazione Posidonia, una delle prime realtà del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano a sviluppare itinerari di turismo ambientale, si è sempre adoperato per allestire per il visitatore proposte di soggiorno impostate sulla scoperta delle radici più autentiche del territorio, abbinando la fruizione degli ambienti naturali e dei luoghi di cultura ad una accurata proposta di degustazione delle perle gastronomiche della produzione cilentana.

Nella memoria degli ospiti delle escursioni dell’associazione Posidonia ci sono ancora i ricordi di quando, all’ombra di un ulivo secolare ci si fermava in prossimità di un vecchio pozzo di acqua sorgiva e la guida tirava fuori dallo zaino un pezzo di pane di grano ancora caldo, una pezza di formaggio e una ricotta di capra, i pomodori dell’orto, il vino e l’olio per la più semplice e gustosa delle soste pranzo.

Socio fondatore e primo presidente della locale cooperativa dei pescatori, si è adoperato per promuovere l’attività di pescaturimo, sensibilizzando i pescatori sull’opportunità di allestire proposte di visita della costa che avvicinino il grande pubblico al mondo della pesca tradizionale.

Le emozioni della pesca notturna con il lume a gas, utilizzando la tecnica di pesca con la rete a circuizione, nella classica “lamparata”, o la più antica tecnica con la tradizionale “menaica”, rete selettiva e derivante portata dalla corrente ad intercettare le traiettorie del banco di alici guidato dalla corrente, per vivere una magica serata di pesca, nel buio della notte illuminata dalla luce delle vecchie lampare a gas, che si conclude con un banchetto in una baia riparata per la degustazione del pescato.

Animo nobile e sincero, conoscitore e amante del nostro territorio, anche lui catturato, nei percorsi di vita adolescenziale, dall’amore per il mare, che gli ha scatenato la passione per la  pesca e la navigazione a vela, intenzionato, dopo diverse esperienze in giro per le isole e le località costiere del Mediterraneo, a ritornare nella terra delle sue origini per avviare questa nuova avventura, convinto che la riproposizione dei sapori e della cultura marinara di un tempo sia determinante per la riconquista di un modello di vita sociale semplice e sincera.

Peppone e Enrico

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Indirizzo

Via Ciro Coppola, 29,  84059 Marina di Camerota SA, Italia

Apertura 

Tutti i giorni da Aprile a Settembre

Periodo invernale su prenotazione

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